
Le poesie / Arnaldo Marcolini
POI ARRIVO’ L’AUTUNNO – 1960
I sogni trasmettono immagini
colorate e bianchi spasimanti
sulle corpose materie/ora ti
arrendi al mio potere sensuale
e desideri ambigui amori e voluttà/
non ti vedo più, forse vaghi
dentro i miei racconti aberranti/ se
puoi torna, ti farò per sempre gioire/.
1961
Vorrei raccontare la tua storia
navigando sulle acque di un astratto
mare, poi uscire lentamente dal mio
corpo e camminare sulla luce verso
il cielo e nascosto dentro una
stella ammirare le tue dolci sembianze
1962
Sensazioni davanti ad un giallo
desiderando fiori di ginestra/
sulle tue spalle un prato verde
desiderio di amore e speranza/
poi blu, viola e rossi amaranto/le
tue bianche mani fasciate sul
mio corpo ricoperto da un bianco
lino/la tua voce sensuale mi penetra come il suono di un violino:
mentre il vento agita i tuoi capelli/
1963
Ho paura di sbiadire i colori
e appassire le erbe ed i fiori/
ho paura dei ricchi e dei prepotenti/
temo i portatori di buone novelle
perché propongono cose non belle/
ho paura del buio e amo la luce
temo il condottiero dal volto truce/
1964
La voglia di vivere si va lentamente
spegnendo/mentre il sole riabbraccia
di nuovo la terra e la possiede col suo
calore: forse vivere è cogliere un
fiore e sentirsi fasciati dall’intenso
profumo del mare/ora esci da un fascio
di luce riflessa in un prato: nuda, tra
onde di verdi colori mediterranei/
poi voli sul bianco affogando nel sogno/
ed io mi sveglio dentro di te quando
all’alba muore la notte/il mio respiro
sul tuo seno mentre le mani impazziscono
come un felino sulla preda/ora lasciamo
cadere l’ultima gioia, mentre la luce
ricostruisce le immagini/e noi abbracciati/
1965
La tua immagine
scolpita in uno specchio
mentre muto giro
le pagine inedite
dell’ultimo racconto:
non so chi tu sia ma
ammiro da sempre
la tua immagine e
rimpiango i tuoi seni
colati di miele e la
tua voce penetrante
e sensuale/
1966
Lasci intuire tra le velate
trame l’intimo a fiori, mentre
la luce disegna le tue morbide
forme e ti possiede sulle erbe
di un prato/il tuo ambiguo sorriso
mi affascina come le limpide
acque del mare/ora i tuoi passi
felpati e il vento giocano con i
tuoi capelli/ti osservo e poi
muto giro lo sguardo su un
vecchio libro scolorito, mentre
tu stanca possiedi il mio letto
1968
Sola se ne sta macchiata nell’angolo
deserto della stanza e di là non si stana/
ora non canta più forse volerò sulle sue
stinte trame frugando nel suo corpo
fasciato/qui trascuro due versi per
non disturbare l’equilibrio delle
emozioni/poi lentamente con passi
felpati: sussurro, imploro, mentre
veli pietosi lasciano trasparire un
mesto sorriso/ora non la si vede più
ed io, per sempre, cancellerò queste emozioni
1968
Sulle colline dei padri, aspettando
sorrisi di femmine puttane, mentre
la nostra verginità è sepolta nei
giacigli scoloriti da sperma giovanile/
non ho più desideri di gioie malfamate/
ora pretendo platonici abbracci nel
ricordo degli attimi fuggenti/
1970
Materici seni versano latte acido
sulle labbra bruciate: Giulia sogna
ancora mistici silenzi francescani/
falene di ceneri brucano le pallide
carni, mentre pire lumeggianti
squarciano neri medioevali/
ora le nebbie del mattino abbracciano
i neri della notte mentre il bimbo
ingoia una goccia di latte acido che
scivola dai tuoi seni spolpati/
1971
Sinuosi, disgustosi, viscidi
ambiguamente stringono le
viscere/vorresti recidere i
nodi dentro l’inconscio tenebroso
e impenetrabile: scruti l’aggrovigliarsi
dei tentacoli e cerchi di fuggire
sulle colline dei tuoi avi, ma rimani
per sempre stretta dai tuoi nodi/
1972
Stanco sul mio divano mentre
si fa sera/il profilo della notte
degrada sulla mia valle/ora sono
a scrutare le orme di gente ormai
lontana/ho consumato tutte le mie
energie ma nessuno mi ascolta/
il ricordo di voi già lontani mi
sconforta/ora mi adagio sull’umida
terra e osservo la luna ancella del sole/
1973
Sul pianoro che sovrasta la valle,
ascolti melodie, mugugni e sussulti,
colpetti di tosse, risatine barocche,
fruscii di lini, mentre mani annodate
accarezzano le chiome incolte/una
nenia di fili di canapa ti crea un
paradiso surreale, e lunghi sospiri
accompagnano la tua luce verso la sera/
1974
Vivo sotto mentite spoglie di artista
osannato, ritenuto maestro di eventi
culturali/non esisto per ascoltare le
vostre ambiguità, ma rendervi ridicoli
e maleodoranti/poi vomito dentro le
vostre alcove e le intolleranze delle
mie creazioni banali/ora me ne andrò
oltre il finito e nulla vi lascerò del
mio creare/dovete ascoltare il mio
genio e osservare i miei potenti
e arroganti nodi, grovigli di un essere
banale venuto dagli inferi dell’io/
1975
Uscita da un fascio di luce riflessa in
un prato, nuda tra onde di verdi e
colori mediterranei/voli sul bianco
affogando nel sogno mentre mi sveglio
su di te quando all’alba muore la notte
e dolcemente il mio respiro sul tuo seno/
ora lascio cadere l’ultima gioia, mentre
la luce ricostruisce le immagini/
1976
Sono ancora tra trine e merletti, tra
bifore arcigne tinto di verdi e di blu
velati: ora sto cercando una tonalità
di rossi alla mia sbiadita esistenza/
poi scenderò come una piuma zigzagando/
non sporcate il mio rosso sul nero
catrame, vi lascerò solo il mio stampo/
1977
Un velo trasparente sui corposi seni:
stanca se ne sta sdraiata ai piedi di un
albero e di là non si muove/poi riappare
bagnata da latte acido e labbra bruciate/
ora accarezzo i suoi capezzoli lucidi
di miele colato poi sogno un prato di fiori
scomparendo per sempre lontano
1978
Spalmate sulle morbide trame: bianche
vernici e plastiche materie lasciano le
impronte delle esili mani sulla tela/
racconti, parli, ma temi le lunghe pause/
poi accarezzi gli attimi fuggenti vomitando
una sequenza di immagini surreali e sbiadite/
non hai più tempo da colmare/ora scruto
le tue sembianze poi non ti vedo più/odo
nella stanza un triste suono di violino
che dentro ancora mi strugge/
1979
Un mistico suono dentro le canne
di un organo sulle metafisiche piazze
di Giorgio/ora rimpiango i voli di
creature primarie mentre Ulisse
rincorre i suoi legni corrosi dal mare/
rimpiango le variazioni di ocra e di
azzurri sulle alture di Giacobbe/
ora trascuro le mie neonate memorie/
1980
Domandai da dove venisse ma muta
proseguì la sua strada/a passi felpati
la seguii, ma trovai il suo corpo nudo e
calpestato/proseguendo vidi due che
facevano sesso abbandonando il gruppo
più spedito/qualcuno abbandonò i figli
e altri uccisero i genitori/ad un tratto
la strada si interruppe e un burrone
separava le due sponde/tutti tentarono
il salto, poi uno spinse l’altro giù nel
vuoto ed io a guardare indifferente
1980 - All’amico Nino Anastasi
Per un istante hai pensato
a un suono più triste delle campane,
al lamento ossessivo di un violino,
a quella stanza presagio di sventure,
al ricordo di una luce nostrana che
sentivi lontana/ è un sogno
dal risveglio felice, e tu parli di
sensazioni provate, di incubi, di speranze/
stai consumando i tuoi giorni, ti
aggrediscono gli anni, ma sulla pelle
rimane il segno di cose vissute, di
violenze subite: stringi ancora una
bambola lacerata, squartata, venuta
dai lager della tua esistenza, ed eccoti
allora disteso con gli occhi socchiusi
in una dolce finzione di morte per
dare più senso alla vita/ un giorno
nei tuoi racconti metterai anche
questa immagine: e la storia di un uomo
e di artista rimarrà incisa nel tempo/
1981
Mi seguì nella stanza con le mani
Sul tappeto e i lini sul seno/sussurrando
come se cantasse/poi riapparve con
piume sulla chioma dorata e farfalle/
ora trasuda d’amore distesa sul letto/
1982
Immagini grigie dentro rettangoli
di vetro mentre l’umanità corre
disperata verso la sera/i mattutini
programmi sono latenti verso l’origine/
scemano i nostri sogni nella notte
intrisa di rantoli surreali e immagini
color seppia/guardo un vecchio filmato
carico di ricordi sul muro della
stanza/la notte chiude fitta al mio
cuore/immagini surreali incespicano
nelle gole insane senza rimedio alcuno/
1983
Appoggio sui morbidi seni le tumide
labbra mentre ci accarezza una valanga
di petali sul bianco e umido lino/
la stanza si gonfia di mugugni, risatine
e armoniosi sussulti mentre la luce
disegna le immagini sulle pareti/
1986
Sogno verità sospese nella tua
mente adultera/cercami ancora
e mi troverai dentro le tane dei
camaleonti/poi non ci vedremo
più perché da qui sono andato,
senza pudore e rimpianti/se
torno sarai mia per sempre/
1987
Gli archi mi tagliano il ventre,
i violini mi lisciano il pelo, le
trombe disturbano i timpani
e i computer balbettano
metalliche sentenze: ora
rimpiango le dolci armonie/
1989
Cavalcano i verdi le melodie/
i suoni percorrono le itineranti
ambiguità/mani sudate annodano/
guerrieri falciano criniere umane
su una squallida pianura/evocazione
di fantasmi sul bianco della ragione/
termiti in fila allungano l’esistenza
sulla spasimante polvere gialla/
1990
La voglia di vivere si va
lentamente spegnendo/
mentre il sole riabbraccia
di nuovo la terra e la possiede
col suo calore: forse vivere
e cogliere un fiore e sentirsi
fasciare dall’intenso profumo
del mare/
1991
Benvenuto raggio di sole “c’è bisogno
di restaurazione” non v’è tempo da perdere/
ora il silenzio annega nella palude dei
sentimenti/benvenuto raggio di sole, ma
qui manca la luce e tutti si lamentano dei
compromessi/ora trascuro un verso dopo
tanto silenzio/”benvenuto raggio di sole
ma che sia veramente luce”/
1993
Le sue braccia fasciate sul corpo (a mia madre)
nell’ultima avventura: la sua
voce lontana, sempre più lontana,
poi tace per sempre/ora il vento
agita le erbe e il sole affoga
di nuovo nel mare: addio
per sempre immensa madre/
1993 (A mia madre)
Scemano i tuoi sogni nella notte
incesta e i tuoi pensieri come in
un filmato carico di ricordi scoloriti,
mentre il buio chiude fitto al tuo
cuore/tu sfiorano mani titubanti
mentre le lacrime incespicano nella
gola insana/ora la stanza rigurgita
di preghiere e i suoi programmi sono
racchiusi dentro rettangoli di legno
e noi, madre, a scrutare senza rimedio
alcuno/morbidi grigi velati da colori
sbiaditi come esuli fantasmi che accarezzano
il tuo volto e le mani di pietra/noi per
sempre accarezziamo le tue sembianze/
addio per sempre, immensa madre/
1993
Ho paura di rimanere in eterno dentro vecchi
Legni e muffe di bianche architetture, ho paura
di rimanere solo con quelli che trasudano urine
dentro l’umida terra/ho paura di perdere
in eterno la luce del sole/ho paura dei fiochi
lumi che creano immagini surreali/ho paura
del perfido vento che strapazza crisantemi
e rose del mio cespuglio/ora si apre
una porta e odo voci confortanti che soccorrono
la mia disperazione/un sospiro, un rimpianto,
sono felice di essere ancora con voi/
1994
Il tempo sovrappone le immagini
dentro la pagina dopo un lungo silenzio/
un nuovo linguaggio di parole inedite
dopo tanta confusione/poi un blaterare
verbale, ma non è un sentimento/qui
trascuro due versi e osservo la luce
ma che sia veramente amore/
1995
L’alba zoppica sui coni d’ombra tra
silenzi ricolmi di vergini aromi/
ora ascolti avvolto da un lamento
di organo che ti accompagna all’altare/
lui brucherà per sempre il tuo profumo
che lo guiderà verso la penombra della
sera/non dimenticare il profumo dei
fiori e la gioia anche quando sarà
buio/abbraccia ancora il ricordo
di quelli che hai avuto nel grembo/e
abbraccia la luce dell’alba
1996
Protendi le braccia verso il cielo e chiedi
al vento di spingerti verso le stelle/
ora ti vedo planare sulla tua valle dell’amore/
poi accarezzare le tue braccia annodate
e i tuoi pallidi seni/e dentre le nuvole
cadere in un prato tra rose e viole/
e noi abbracciati tra mugugni e sorrisi
tra lini e merletti senza pensare alla fine/
1997
Nella notte fu percepito un suono,
il suono divenne vento gelido che
spazzò via porte e finestre: gli
alberi si piegarono, solo le pietre
rimasero immobili/molti oggetti
oscillarono nell’aria, e i fuochi lumeggianti
lontano come occhi di animali notturni/
nel buio come in un giudizio universale/
tutto fu frantumato e disperso ed io
dentro una stanza aspetto una
sentenza/ sui rami tremanti i corvi
gracchiano con le unghie sprofondate nel
legno/tutti pensarono ad una variazione
della storia ma la luce rossastra dell’alba
avvertì del nuovo giorno e tutti fuori a
guardare il misfatto/furono chiamati
al controllo: buffoni, cortigiani, damigelle,
borghesi, tangentisti, maghi e cartomanti:
mentre gli uccelli con evoluzioni acrobatiche
scomparvero per sempre, rimase solo la città
di pietra tra cumuli putrefatti e immondi/
1998
Poi mi raccoglieranno dentro
un cristallo al crescere del sole
e più non uscirò dal sogno/
1999
Anna distesa sulla landa
Sorridente al cielo: ora
Prego per lei perché
gli dei distratti hanno rubato
la sua esistenza e hanno
spento per sempre il suo sorriso/
ora esco dal sogno
e guardo Anna che si è
persa lontano ed io imploro
gli dei per farla tornare/
2000
Penso ancora mio caro Kleef
di possederti bevendo alle
tue vergini sorgenti e mi
dimeno tra le viscere annodate
dove il serpente edenigo
angoscia i miei pensieri creativi/
tutti hanno pascolato ai tuoi
verdi prati ed io con loro senza pudore/
1993 (A mia sorella Rita)
Accarezzo le palpebre di Rita
E disegno i lineamenti di pietra/
ora la luce filtra i pizzi e
Illumina ambiguamente la stanza/
ora te ne vai mia adorata sorella/
1969
Au au au au auto, autocarro, autoblindo
autogru, autodistruzione/autoritratto
di fossile di merda/millenovecentosessantotto/
autocritica, autosufficiente pluridecorato?
Aurora, Augusto, autocritica, autosufficiente
pluridecorato? Aurora, Augusto, autocritica,
aurora, autarchico, au, au, au, au, aut, aut/
autenticità, autobiografia, autoambulanza,
autobus, autocivetta, autocolonna di fossili
di merda/autodidatta, autogoverno, au, au, au/
autocerimonia, automa, autista, autopsia,
autunno di fossili di merda/autorevolezza,
autosalvezza, autenticità, autocerimonia,
autocontrollo, autobiografia di fossili di
merda, au, au, au, au, autogestione, aut, aut, aut/.
1980
Soffocati dal tufo d’Irpinia si ribellano
alla camorra/un grido di rabbia per l’eterna
sottomissione/da Lioni ad Eboli Cristo si è
addormentato sotto le macerie/novembre
millenovecentottanta: tra volti dalla furia
degli eventi si odono i lamenti sotto le macerie/
Lungo le valli vagano i fantasmi, mentre i
volontari, i militari, gli sciacalli, le puttane
piangono i morti, i dispersi chiusi ancora nelle
case (di tolleranza)/poi il Belice, il Friuli,
la Valnerina/umili mani frugano la terra
in(fame) poi si nascondono: il resto, la vergogna/
poi si copre di bianco il misfatto mentre si copre l’ultimo lamento con discorsi banali/
2001
Resine purulente dentro il pensiero
Del capitale/filosofie umane, violenze
sulle soglie del reale che cancellano
i sogni dell’umano/muoiono le vergini
dentro le tane dei camaleonti/i vulcani
vomitano piogge acide che uccidono i
neonati/un filo di voce dentro le canne
di un organo annunciano sentenze arcane/
2002
Grigi pensieri, fiocchi di pelle:
nevica ad Auschwitz/e tu Marta
senti l’acre odore dei forni:
a Milano d’autunno la nebbia
nasconde/ammucchiati dentro le
fosse comuni i figli concimano
le terre dei padri: e tu Marta
senti l’acre profumo dei fiori/
A Milano d’autunno la nebbia
Nasconde/distesa sul letto
osservi l’umanità assassina,
l’umanità assassinata/a primavera
a Milano la nebbia nasconde i pensieri/
2003
L’alba incesta risucchia i fuochi
deserti delle contraddizioni, mentre
il sole incendia le piazze e voi
giurate che non si muore/brucano
sui muri le mattinate colme di storie
mentre i sogni scemano sulle menti
criminali, l’alba incespica
sulle menti insane/
2004
Appoggio l’impermeabile sul sedile
della vecchia utilitaria e cammino
tra mucchi di larve umane confuse
nella melma, e tu con i fianchi a pezzi
dentro le coordinate arabe/vivi tra
i ferri che mordono le ossa scoperte:
piove sulle violette frontiere mussulmane
e tu sei libera da persecuzioni/
ora abbandono l’epicentro e guardo
al terzo livello del dominio bizantino/
2005
Sale il fresco vapore del mattino
che scopre le esuli luci della città
che fugge dai fantasmi della notte,
ora gracidano le vecchie serrande
e le prime luci disegnano la mia
immagine che s’incorpora e poi scompare/
2006
Da qualsiasi parte mi giro: non trovo
pace, mentre il tempo sovrappone le
immagini: un varco incolmabile dentro
le pagine dopo un lungo silenzio/
ora un nuovo linguaggio dopo tanta
confusione; non v’è più spazio in questo
paesaggio verbale/e qui tralascio un
verso e propongo una nuova immagine
dopo tanto silenzio: un lamento ma
non è un sentimento,un solo blaterare/
2007
Sui rami di Carpino, dentro le ombre
del bosco grafiche immagini eludono
i ricordi/cammino sui sassi a piedi
nudi tra rovi giallastri/ora lascio
alle iene il sapore del mio sangue/
e corro lungo un ruscello che va
lentamente verso il mare/rimpiango
i giorni felici che ignaro vivevo tra
le scioccanti primavere profumate/
ora i miei nodi mi stringono senza
trovare la pace, allora ritorno
al tuo grembo e mi addormento
per sempre mentre mi accarezzi madre/
2008
Mi dissero che saresti tornata,
aspetto ancora e sul quaderno
segno i giorni della tua assenza/
mi sfiorano ancora nel sogno le
tue pallide mani e aspetto/sul
davanzale della finestra sogno
ancora le tue dolci carezze
mentre il sole mi addormenta/
2008
Sulle città sclerotiche menti
diaboliche distruggono le terre
sterili/i santi scendono dalle
pale a mediare l’ignoto/i figli tra
merletti e organzine vagano lungo
le terre di Adamo/sui bianchi mori
scrivono le brutali menzogne di
una puerpera ingrata/maledice
Iscariota chi lo destinò alla sua
Maledizione/ora aspetti carezze
Di mani pietose dentro le rughe del tempo/
2010 (a mia moglie)
Segni, immagini corsive, fonemi
frammenti edenici di fili annodati
dentro la memoria/rimpiange
Gilda i sentimenti e sogna nuovi
spazi velati di dolci rimpianti/
ora armonie surreali vagheggiano
sulle morbide trame e sui velluti
logori/con te vorrei volare tra
il sogno e la ragione/
2011 (a mia moglie)
I vetri respingono gli umori novembrini
sudando vapori afaghi verso la collina/
i colori si velano di morbidi grigi e ombre
esuli delle notti umide corrono
fantasmi latitanti dietro i vicoli bui
supportati da bianchi disperati/ora Gilda
col suo abito a fiori dentro una costellazione
di benessere cerca nelle zone oscure/
2012
Entrerò in una clinica per alienati/
dove le menti sono falciate ai nessi
ombelicali/poi mi porteranno dentro
cubi di cristallo e mi affogheranno
con cancerogeni benzoli/ora come
uccello spennato trasuderò urina/
squilla il telefono: ricordati noi non
ci siamo più, poi la disperazione/
2013
Prega Marta e rispetta l’umore
dei geni: nelle favole l’eroe
soffre per i suoi anni luce/
le crepe delle mura di Babilonia
somigliano alle rughe di una
puerpera nelle gravidanze
dell’universo e morire nell’immobilità
dello spazio/crescono le menti
nella fissione nucleare e si
spengono i raggi del sole, e muore
l’erba corrosa dalle piogge acide/
ora tu tra i vocalizzi del vento
sogni ancora un sole lumeggiante/
2014
Semplici gesti, calorosi abbracci,
lunghi silenzi ricolmi di vergini
aromi e profumi di carni sudate/
gemiti profondi sulle lenzuola
profumate di bucato/ti amo e
nei miei sogni il tuo profumo per sempre/
2015
Una lunga vacanza: profeti
spiritosi e geni vagheggiano
canti disperati/lungo giorno
dopo le sterili battaglie/sui
monumenti in posa dormono gli
eroi sudando verderame/una
lunga vacanza: in fila i poeti
avvolti da veli misteriosi e
organzine pastorali/una lunga
vacanza: una voce cupa dentro
meandri oscuri mentre stringo
le tue mani e ammiro i tuoi sorrisi/
una lunga vacanza e trascuro i profeti/
2016
Propongo di essere un genio, cavalcando follia arroganza e… ma non si può, è troppo chiaro
il discorso sulle proteine e sulle gelatine
“io sono un genio e preferisco i glutini” è forse vero
che le dichiarazioni etichettano la verità?
La morte dei geni mi fu raccontata nel sogno da…
i santi e i prelati hanno sempre detto la verità:
nell’ultimo fax hanno confermato la morte delle
vergini… sì, ma le puttane devono pur vivere.
Sono le creature più pure e gestuali, più degli
operatori culturali? Nel neo-moderno mi riferirono
che i politici erano stati abbattuti ed erano
rimasti tranvieri e metalmeccanici affamati.
Ma ora siamo nel post-moderno? Non posso rispondere
perché mi hanno tagliato il presente/lascia parlare
gli artisti: basta solo l’immagine e il vuoto dentro di noi?
Squilla il telefono: hanno riempito tutti i posti vuoti,
richiamate nel medio evo prossimo futuro
2017
Ho letto negli occhi delle vergini
Ed ho creduto di essere un re: ma dentro
i vicoli gli emarginati mi hanno allattato
e le puttane mi hanno donato il Paradiso/
ho mangiato alla mensa dei poveri e ho
diviso il regno con te/mia povera regina
la tua voglia di vivere ha colmato i nostri
sogni/ora i rimpianti non hanno speranza
e noi siamo senza pudore come ipocrite
immagini/ho cantato l concerto dei tuoi
lamenti intrisi di paure misteriose/ora
io leggerò le note e tu, regina, canterai/
abbiamo vagato nei palazzi dei potenti
dove dolci suoni vagavano tra i mugugni,
lamenti sensuali e risatine medievali/
ora, con te mi perdo eternamente nel sogno
per donare un tiepido calore all’esistenza/
2018
Vorrei venire nelle vostre alcove per
ascoltare suoni bizantini ed annusare
sulla vostra pelle fasciata da lini colorati,
il profumo mistico di canapa orientale/
ma resterò per sempre sul mio nido
tinto di verdi nostrani/mi sveglierò
nei violetti mattutini navigando nel sogno
e vegliare sulle vostre tane udendo
le vostre voci insane/ora voi, reperti
del deserto, fossili della mia memoria/
2019
Ho camminato nel vostro deserto
senza pace confuso dai vostri miraggi/
sono stato punti per i miei messaggi/
non aspetto le vostre sentenze e
qui salto un rigo/non sogno più, non
ho più parole, ora i miei occhi sono
privi di luce/cerco un dio che non
sia il vostro dio/e qui di nuovo salto
un rigo per non farvi capire/
sono partito e non vi dirò del nuovo approdo/
2020
Dentro una cornice dal profumo
veneziano, il tempo ha scolpito le
immagini: lentamente da qui sei
andata ma hai lasciato le tue sembianze/
ora mi conforta questo silenzio
intenso, ma i tuoi reperti disturbano
ancora i miei pensieri/sogno e vivo
anche se imprigionato dentro questo
ora antico e questo verde scolorito/
2020
La tua immagine scolpita in uno
specchio: ti guardo e muto giro lo
sguardo sulle pagine inedite del
mio ultimo racconto/qui trascuro due
versi e torno a guardare i tuoi seni
spolpati e poi girerò la pagina/non
so chi tu sia, ma conosco da sempre la tua
voce che incespica tra parole inutili
e per questo chiudo per sempre questo spazio/
1999
Ombre verticali scemano sui
muri deserti delle contraddizioni/
sui grigi cornicioni i gabbiani
piangono/una donna in un
triangolo di pietra come
manichino/un chirurgo annodai giorni di miti che svaniscono/
ora la luce scompone le immagini
ed io passo dal sogno alla ragione/
2020
Accarezzati dal vento del Sud di
Berlino in una stanza dai colori
sbiaditi con sulle pareti un
poster del Presidente accanto
a Marlene/fuori la nebbia
nasconde le logore immagini
di campi di sterminio: disteso
sul letto guardo vecchie foto
per dimenticare Berlino/tra
le pagine di un libro una mimosa
scolorita sul volto di Cesare/
aspetto ancora il sorriso di Anna/
2020
In qualsiasi spazio ti collochi ti
sovrapponi alle immagini/sfumano
le tue tracce in un varco incolmabile/
non vi è più spazio in questo
paesaggio verbale/qui trascuro
le due righe dopo un lungo silenzio/
2020
Salgono le ripide scale, bianche
di calce frescate/ascoltano le
dolci melodie primaverili, ritmate
da risatine ironiche e tosse mentre
si annodano le mani sui capelli come
cespugli incolti/sulla cima di un
monte si ode suono di ottoni e una
dolce nenia inebriata da baci
e carezze verso il finire del giorno/
sulla torre di Babele si pensa
ad un suono diverso e una luce divina/
1969
Sono senza luna e la mente divenuta
parrocchiale coagula i pensieri/la
mollezza dei miei occhi non ha il
dono di freschezza/alla foce di un fiume
consumo la farsa delle credenze/ora
elenco capitoli di storie per trovare
un passaorto logoro e resti castellati
di fara/con un muso di boia ripescato dai
racconti di Poe, più non mi stanco agli occhi della notte/
1960
Ripidi sentieri verso il fiume di Mostar/
Mladen Soldo nel suo covo tra tele informali
e Mustafà che asciuga l’ultima bottiglia/
ora Visnia ricorda i nostri amici/mentre
Mustafà con gli occhi pieni di cielo lungo
i calanchi, addormentato per sempre dai
serbi e Mladen morto sparando ai mussulmani/
ora tu Visnia piangi il tuo stupro, il tuo dolore/
1999
Paure, gioie, incertezze alla fine,
di questo neo-medioevo/politici,
cartomanti colmano i vuoti delle
menti geniali/primeggiano i falsi
profeti privi di valori primari/
vaga ancora Diogene e in cerca di
un uomo, con la lanterna ormai
spenta/ora ho incontrato solo
esseri logorati dalla fatica/il
dio-denaro ha falsato il profumo
e il sapore del vino e ha fuso le
menti/ora si odono solo suoni
stridenti e si osservano le leggi
dei falsi amori che creano falso
benessere/la chiesa distrutta
da santoni e sciacalli si è addormentata
sotto i veli misteriosi della verità/
Oh Dio, sei forse stanco dell’umanità
Assassina e assassinata e perversa,
ma la tua pietà stenderà su di noi
un velo di commiserazione e perdono/
2009
Gli animali accompagneranno il mio
viaggio e gli umani mi vedranno nudo
e povero/nessuno conoscerà la mia
vera storia/ora odo un coro di petulanti
come un flebile lamento/mentre solo
corro verso un ignoto sentiero/ora
succhio il nettare dei fiori e assaporo
i profumi del bosco abbagliato dalla luce/
2011
Ho consumato inutili giorni
con tanto rancore e inutili
amori/sorrisi solari in cambio
di sguardi glaciali/sei andata,
Anna, un giorno con gli occhi
Socchiusi andrò là dove finisce
Il mare: aspetta ancora e ricorda
Quelle fredde serate invernali:
abbracciati/per un istante vorrei sognare/
1961 (a mio nonno)
Dritto, sulle colline dei miei avi
a cantare la guerra, ora in un
letto a tirare le cuoia: ricordi
nonno suonavi la tromba al tuo re
mentre rischiavi la vita/ora mi
racconti con nostalgia mentre
dentro vorresti cambiare la Storia/
ricordi della Spagna, la prima
bici, il primo allunaggio/ma tra
tante cose ricordi la fame/
1976
I geni non hanno più linfa ma solo
Sperma caduto e voci malate/i
Condottieri travolgono, distruggono,
cancellano i mistici pensieri dei
santi: i politici scandiscono i programmi/
ora il telefono squilla, sei immerso
in questo lurido mare di sciacalli/
2012
Gesti pericolanti, parole in
bilico, mentre sussurri storie
millenarie/ora ritorni
vomitando parole intrise
di veleni/mentre lo sperma
fluttuante nel grembo insano
di una vergine/ora ti soffermi
per sempre a scrutare i sogni/
1976
I geni non hanno più linfa
i condottieri travolgono i
mistici pensieri dei puritani/
i geni scandiscono programmi/
ora squilla il telefono e tu
sobbalzi ed esci dal sogno/
rimangono i tuoi sogni vagheggiati/
2013
Luca ironico e un po’ distaccato,
sfiori i problemi che dentro ti
annodano/sembri sfuggire
ai rapporti a te cari e dentro
temi di perderli, è questa
l’angoscia/intensamente percorri
i tuoi programmi e ricerchi la
strada dei programmi più colti
per ritrovare le tue certezze/
e noi accanto sospesi per non
addossarti paure e non gravare
il tuo irto cammino/per questo
ti lasciamo andare senza rimpianti
sicuri di esserti sempre accanto/
1980
Dietro le sbarre ti trovi a cantare
e canti forti per farti ascoltare/
ti hanno rinchiuso per i tuoi canti
e da prigioniero hai tanti rimpianti/
ora lontano dalla tua guerra
rimpiangi i tuoi sogni e la tua terra/
ti sorpresero un giorno a disegnare
e tentarono sempre i colori sporcare/
gli scrittori dei figli e della casta
solo il sangue e il colore non basta/
ora i tuoi figli che sanno cantare
per il tuo ricordo si fanno ammazzare/
lui tiene in mano ancora il tuo Cile
lui prepotente cattivo uomo vile/
pensavano loro di averti ucciso
ma canti ancora dal tuo Paradiso/
2014
Partirò con voi ma non pronuncerò
parole, né frasi fatte per non farvi
capire/da voi esigerò la verità e
la speranza che sono grandi maestre/
ora trascuro le mie intuizioni e
vi lascio le mie assurde non verità/
2015
Falene di ceneri brucano nei misteri
della notte, mentre pire lumeggianti
squarciano i neri medioevali e tu
nelle luci del mattino, velata da morbidi
grigi scivoli silenziosa con i seni scoperti
e le labbra umide nei silenzi francescani/
1966
Sto attraversando solo le paludi
della sera, ora il profilo delle ombre
degrada sul fondo della valle/
la compagna infame scruta le mie
sembianze mentre stremato mi siedo/
ora con la testa tra le mie logore mani
ripenso a voi che ho amato e che
ancora amo, poi con lo sguardo velato
scruto la cattiva terra folta di
stoppie e licheni, ora non scruto più il cielo/
2016
Io sono il passato, voi siete
il presente, voi siete il futuro/
ora sogno le guerre e penso
alle stelle mentre sono qui
a raccontare le storie, i
sogni ora sono svaniti e i
ricordi affiorati dal nulla/
vi guardo, vi scruto, vi amo
e ho tanta voglia di stare con voi/
1963
Ho voglia di prenderti come i fiori
in un prato: poi spogliarti e piangere
per averti strappato, mentre annuso
il tuo profumo di donna, sul tuo
corpo gioire e sussurrarti parole
profonde mentre una poesia
ci sorprende con un abbraccio d’amore/
2017
Parlami ancora, ti prego parlami/
non voglio gioie, non voglio inganni/
parlami ancora, ti prego parlami/
sospirami ancora, fiuta la pelle
racconta cose, che siano cose belle/
balbettami ancora parole profonde
parlami ancora, ti prego parlami/
sogno da sempre i tuoi occhi brillanti
sogno i tuoi occhi come diamanti/
ora fuggiamo soltanto per non tornare/
spalanco gli occhi e di vedo sul fondo
con gioia arrivo, con te sprofondo/
1962
Sui mucchi di larve profumo di cipolla,
mattoni ricoperti di erbe spontanee,
manifesti impastati, etichette, colori/
giochi di luci, voci vaganti di genti lontane/
tutto recide la memoria del ventre e della
tersa/nella melma rimane la tua impronta
ma ancora un essere immondo riesce a brucare/
ora nascondi gli occhi al buio della notte/
1965
Ora, Marta, cerchi di tornare ad un porto
per non affondare/chiedi di avere in
cambio qualcosa per quello che mi hai dato/
aspetti con ansia di restare dopo aver
consumato i tuoi giorni e perduta la
voglia di vivere, mentre vieni fasciata
dal calore del sole e aspirare il
profumo del mare pensando che vi è il nulla/
1971
Non mettere fiori sulla mia terra
mettere colori contro la guerra/
non mettete foto di me sorridente
sul travertino bianco e splendente/
i miei sorrisi ora sono latenti
aiutatemi voi che siete credenti/
ti invoco Dio, ti invoco da tanto
forse sono io che non prego, non canto/
1972
Porgo l’ultimo fiore ad un amore/
Poi mi addormento sul seno di Gilda
e bacio trepidante il suo seno/
ora sfioro dolcemente il suo viso
e sussurro parole davanti al
profumo di viole/aspetto il suo ritorno/
2018
Il triste canto di un’upupa accompagna
l’ambigua luce dell’alba verso il tuo
lento svanire/saluti il sole che più
non illuminerà le tue vuote tele/vi
lascio un “Miles” per ricordo di un viaggio
del vostro brancolare nel buio/forse
sto sciogliendo per sempre i miei nodi e
nasconderò sempre i miei pensieri/
1998
Sei grande, sei un bravo portiere
ma i giorni felici si alternano a quelli più
neri/sei intelligente e grintoso ma spesso
un po’ ombroso/sei l’amore di nonno, sei
bravo anche quando fai gesti senza mutande/
forse domani metterai tra i ricordi i nonni un po’ più balordi/
2019
Il profumo di vino, i fiori di prato
e il sapore delle cose nostrane ormai
lontane/lo spoglio del mais e il pestaggio
dell’uva nei tini e il bue paziente che
viene frustato mentre tira l’aratro/
un coro di canti dispersi nei campi:
ora l’acre odore dei motori e il fumo
delle ciminiere/ora trascuro le città morenti/
1960
Un giorno correvo felice tra i campi
cogliendo fiori sotto il cader delle
bombe e accattavo gli ottoni da vendere
a un nero mercato/allora cantavo la mia
fanciullezza giocando con le bambine
all’amore/ora annodato rimpiango il
passato anche se triste e armato da vili/
2020
Sto attraversando le paludi mentre si fa sera/
all’orizzonte il profilo della notte che degrada
sul fondo della valle/e giù lontano, stanco
mi siedo per aver consumato tutte le mie energie/
ora con la testa tra le mani ti osservo mentre
mi stai consolando, ora con gli occhi ripieni di
terra mi abbandono alla volontà del cielo/
1973
Fuggire sui monti incantati
braccato da una muta di cani/
le tenebre mi strappano il pelo
canuto/odoro un acido profumo
di sudore sulla pelle squamata/
disteso davanti alle iene mi
sento solo come un falso dio/
1976
Sorpreso dall’asfittica luce
della percezione aspetto
il divenire pigro del tempo/
non ho alcun rimpianto degli
eventi/scavalco l’impenetrabile
avvenire e cammino spedito
per scoprire la mia esistenza/
2019
Gesti pericolanti, parole in bilico e
rigurgiti di storie millenarie e poi
entrare nei neri penetranti e
sgradevoli/mentre il grembo delle
nostre vergini aspetta sperma
fluttuante/ora mi soffermo ad
ammirare le labbra rosse e sensuali
che suscitano un dolce sentimento/
squilla il telefono che fa svanire i sogni/
2020
Al grido “au” il bambino pensava
ad una sigra stampata su un nastro
magnetico/poi molti “au” furono sedotti
soggiogati e controllati e l’immagine
divenne codice e perse per sempre il suo
vero significato e il sistema la avvolse
nei colori artificiali spogliendolo della
sua verginità/i potenti, allora, approfittarono
della sua disponibilità/ma il gioco fu poi
interrotto e gli “au” cominciarono a
navigare nella disponibilità dei poveri,
tornando spontaneamente alle origini/
1969
Ha dimenticato Giacobbe i suoi pastorali pianori/
i profumi della fatica e l’odore dei legni delle capanne/
ora il denaro dei potenti annebbia le moderne ideologie
e fonde elementi, svende le comunicazioni, falsifica le
verità e nasconde i miti alla fine dell’oscuro millennio/
ora i giovani giocano con profumi di canapa indiana
e Pietro rinnega i santoni, annunciando un nuovo
Giubileo accogliendo credenti e miscredenti alla fine
del millennio/dorme Cesare sulla poltrona dell’Impero
rinnegando le battaglie e le genti domate/
e tutti i popoli domati al potere romano alla fine
del millennio/ora delusi dagli dei e dai potenti si
rassegnano umilmente alla fine di questo millennio/
2000
Ora vivi nelle oscure dimore
ascoltando suoni bizantini e
vestita di cotoni e merletti pensando
di trovare sul suo nido la sua prole
da amare/né violette mattutini
bruchi e giochi con il sesso e scruti
di nuovo oltre la tua tana ricolma
di umori dove l’alba incespica/ora
volerai nel sogno e nel mistero e
sui tuoi fuochi delle contraddizioni/
2001
Scendiamo dal letto nudi e liberi
e nel mistico buio ci annodiamo
nelle bianche organzine dei lini/
ora incorporiamo i vuoti della stanza
e dentro i velluti fondono le nostre
gioie, i nostri sentimenti mentre
la notte cancella la luce del giorno/
1989
Sto andando, ma vorrei restare
per essere con voi per l’eternità/
non posso, mi vogliono per sempre
nei meandri dell’oscurità/ora sono
aggrappato ai sogni e le gioie che
la vita mi dà/capisco che presto
tutto svanirà per l’eternità/
1968
Era un bambino, aveva sette anni/
aveva gli occhi pieni di lacrime ma
non sapeva piangere/un povero
Cristo con fez e moschetto picchiava
suo padre alla schiena e al petto/
era un bambino, aveva sette anni/
ancora oggi pensa con rancore al
misfatto/era un bambino, aveva sette
anni/non dormiva la notte pensando
a suo padre/la madre lo strinse forte
al suo petto ma lui non piangeva, ma
aveva ancora gli occhi pieni di lacrime/
per questo il mio odio è incorporato
nei miei ricordi/era un bambino, aveva sette anni/
1966
Vorrei donare la mia esistenza
ma dovete avere tanta pazienza/
vorrei essere per voi come un Dio
e donare a tutti l’amore mio/
vorrei rubare le favole belle
e poi fuggire lassù tra le stelle/
mentre alla sera contro i miei giorni
aspettando con ansia che lei ritorni/
vorrei baciare la luna lontana
abbracciato alla mia terra montana/
vorrei volare per poterla abbracciare
ma non la trovo, è affogata nel mare/
ora ogni sera perdo infiniti secondi
per rubare a Dio i misteri profondi/
un giorno, pentito, chiederò perdono
per non aver dato a voi nessun dono/